LA SCATOLA BLU - poesie 1997 - 2005

- Guido Priano -


LA SCATOLA BLU
poesie 1997 - 2005



 
 
 
 










Sab. 11-09-99 h 21:55



Case 
dischiudono lentamente
sguardi molteplici,
mani
agitano palpebre di legno.

Una moto
annuncia l'inizio
di una notte
d'esistenze in una pupilla spenta.

Bambini
deridono l'opportuno
con l'innocenza di ciò che è vero,
in attesa
del sangue
di una rosa marcita.

Molte mani
agitano pupille spente...


“Marco! Passa!”








Dom. 19-09-99 h 21:47

Lacrime di fango
e pioggia
che percuote
lamiere arrugginite.

Ma la tela del ragno
è distrutta.








Lun. 20-09-99 h 23:28

Ciò che non è
percorre un raggio di sole
nella nebbia.

Ciò che è di me
sverna
nell'estate torrida
di una notte invernale
colando
come il sudore pungente
dello schiavo.








Istantanea
(Lun. 27-09-99 h 1:30)

Chilometri e chilometri
nel passato e presente.

Uno zaino nella notte
una camicia danza.

La luce trema
tra le fronde
di un vicolo notturno.

Una stanchezza del Mondo
appare sulla strada
mentre il sonno
si allontana...








Dom. 3-10-99 h 14:08

A volte,
raggiunto il tutto
il tutto rimane
tra dita tremanti di gioia
e disperazione.

A volte,
tranquillamente,
gli unici poi
sembrano le sole lacrime
di un autunnale
corteo funebre.

Gli occhi appesantiti
dal silenzio
di una pace domenicale...








Mart. 5-10-99 h 13:52

Ti prego,
non dimenticare mai
il soriso di luna
del tuo sguardo.

L'Amore
è di te.








Dom. 10-10-99 h 2:25

sul mio volto
tracci dipinti d'Amore
e le nuvole
passano su di noi
perdendosi nel sole
di un tramonto.








Merc. 13-10-99 h 24:10

Sul cuore
muore nuovamente
ciò che non sarà
MAI.

Nessun vento
neanche il più vicino
al respiro
può guarire
il metallo 
conficcato nelle carni.

Una vite
piange
di stridore...








Non bianco
(Giov. 15-10-99 h 23:36)

Dice e non sa
il cadenzato respiro
dell'inesistente,
orribile presagio
d'onnipotenza.

E' stridore
di freni sull'asfalto.

Prima 
il nulla.

Dopo 
il nulla...


sporco di musica.








Mart. 2-11-99 h 24:22

In quest'ora 
solitaria come la pioggia
ascolto silente in me
la tua luce
e riesco a sorridere
di quella stupida vita
che ogni uomo
impersona stancamente
fino all'Omega.

Il ritmo cambia
verso la pace dell'alba.

T.A.








Giov. 4-11-99 h 23:02

E' sempre stato
un continuo sbattere di porte.

Il ricordo dipinge
perenni tramonti
gelide notti
e ossessionanti litanie
dal sinistro sapore
di pazzia.


Quadri sepolti.








Mart. 28-12-99 h 24:43

Non percorro
il dolore di una fiaba

non odo
lo stridore claudicante
del Mondo

e neppure
avverto il mattino
e i miei occhi feriti.








Ven. 14-01-00 h 23:41

Ascolto
il tuo volto
in questa notte di vento
aspettando
il sonno tra le tue braccia.

E' il gesto
di armonie
presenti e future.

Ma gabbiani
volano su di te
e posso solo
dirti il mio Amore.

Attendi
per te stessa.


Te ne prego.








Dom. 30-01-00 h 11:04

Il cane
cammina solo.

Armature
di cani triangolari
e un foro nascosto,
molto nascosto,
per vomitare.








Dom. 30-01-00 h 23:06

Ascolto
finalmente musica
nelle notti tranquille
di sguardi d'Amore.

Provo ora
la vita
e piango
del mio silenzio
incapace.

Prostrato ai tuoi piedi
ti amo così:
calice 
stillato nella luce
di un sorriso.








Alla Morte
(Giov. 10-02-00 h 9:51)

Hai visitato molte volte
i natali delle luci
e il destino del sonno
custodendo sogni e ricordi
nel legno e nello zinco

ascoltato
parole prive di suoni
e poveri respiri sfiniti

dipinto
passioni di volti reclinati
e scavati
e rigati di sangue,
privi di sguardo
privi di presente,
e apparente futuro.

I momenti ultimi
sono il passato
pianto
verso il futuro.

Ossessioni d'immagini.

I momenti ultimi
sono il cammino
nato e cresciuto
da loro.

Amori
d'ombre di alberi
nella notte
non avranno termine

Mai

ma
il calore del mattino
esiste ancora
nel profumo del silenzio


Alfa








FOGLI SPARSI
(Giov. 30-09-99 h 20:00)








Rosso
(Giov. 30-09-99 h 20:00)

Leggi e guarda 
con corpo ed anima
perchè la Terra
è realtà e idea.

La tua forza
è sangue che scorre
è rosso simbolo
del tuo respiro.

Uno specchio
rosso 
uno specchio nero.

Osserva il trascorrere
delle sabbie notturne
un cupo vento
volge al nulla.

La tua vita
è rosso simbolo
e sangue che scorre
nella tua mente.








Capodanno '98 merc. 31-12-97//giov. 1-01-94 h 24:24

La mente
è ricordo in fiore
il fiore
è il ricordo di molte tombe
indimenticate.

Il profumo
è morte
che penetra
nella ormai fredda
anima.


Non sarai mai più.








Giov. 1-01-98 h 23:30

L'Arte
intende perennemente
mantenere vivo
l'interrogativo.

L'Arte
è
positiva anormalità.








Ringraziamento
(Sab. 3-01-98 h 2:09)

Sguardo del vento
e
un petalo
in una mano tremante.

Un piccolo mare
accompagna
il mio ringraziamento.


La notte
sorride.








Lun. 5-01-98 h 1:43

Osservo
un grande mare
e vedo
solo oscurità
muoversi fuori di me.

Nel mio corpo
abitano molte vite,
troppe vite.

Non posso
proseguire
verso le latitudini
della torrida sete.

La mia anima
vive di solitudine.

Sola
come un piccolo orologio
che attende
il termine del giorno
per poter osservare il tempo
verso il mare aperto...








Sab. 23-05-98 h 9:21
(in un bar vicino all'Ospedale di S. Martino)

Attese
di vita
o di morte.


Una sola parola
vale.








Una filosofia
(sab. 14-12-96 h 2:12)

Fazzoletti di carta
adorano il soffio del Mondo.

Ma
la candela no.


Per entrambi
la morte.








IL CASTELLO DI CARTE
(Dom. 19-05-02 h 15:05)








La regina parla





Consentitemi il silenzio
Di associazioni libere di schiavitù
Come riquadri  di carte da gioco
Re di cuori, Regina di picche.

Forme geometriche regolari
un occhio di sole
un  occhio di pioggia
edifici d’antica ardesia
mani su piume dai canti d’ebano.

Suscito un fumo lento
che inonda lentamente il marmo
e l’edera su volti  privi di sguardo
infelici, inconsapevoli e miserrimi!

Compassione e zucchero
e danze macabre di porcellana
scorrono nei canali fluviali
da dove proviene la Vita.

Un pozzo, un teatro, una carne
si consumano nei secoli
del bianco lattiginoso
arato e seminato nel sangue.








Il Fante mormora








Non desidero essere troppo ascoltato
possiedo il pudore della verità,
possiedo l’arroganza umile dello sguardo.

La pazzia giunge con il vento di Francesco I
cinquecento farfalle di piombo opprimono croci scarlatte
un sentiero ameno nella pace.

Nessun ritmo regolare
nessun ritmo
nessun canto
nessun silenzio
una, due, tre
tre, due, una
due, una, tre
chiare immagini di sempre
affreschi di non chiarezza
un eremita ascolta la pioggia
con occhio di sole…








Il canto del Due








Adoro intonare,
quando è stagione,
i canti della Terra
nutrendomi delle arance
del fuoco del ciocco di faggio
e del grido dei gabbiani.

Incido con il mio temperino
guanti di merletto 
che donerò alla mia Signora di Primavera
dalle pallide mani
insieme a ciclamini, mughetto e lavanda provenzale.

Mi commuovo del pellegrino orientale
ascoltando i racconti di viaggio 
dei suoi sandali graffiati dalla ghiaia scrosciante.

La sabbia marina
decora un raro fiore notturno…








Re








Altero e complesso 
il mio vivere
dagli albori delle cronache
dalle firme su registri dorati
appesantiti dalle stesse polveri che avvelenano il mio banchetto di ogni giorno
e dai pessimi compiti di greco della mia gioventù.

Privato di ogni ricordo
come il libro dove erano racchiusi delicati fiori essiccati
incapace di ogni futuro
come il più umile dei miei sguatteri
ho conservato un diario marmoreo sul quale, giorno dopo giorno, scrivo:
“Oggi nulla è accaduto”.

Questo,
il mio futuro mausoleo…








Quattro








Fiori neri
serpeggiano sul muschio
accanto a vegliarde bottiglie di cognac.

Sono pagani
anfiteatri Indù
gialli iridescenti
gatti accanto al fuoco

attendono le luminescenze del cuoio
scorgendo i destini sulle imperfezioni delle loro quattro pareti
e leggendo libri mai scritti.








Sei








In Maggio ascolto lo sbattere d’ali
delle lenzuola stese al sole
e scavo nella mia mente
cercando la voce delle emozioni
ostinato come il pallido capo del vecchio,
o del bimbo.

Le mie note sono smeraldi di mare
custoditi in fragili scrigni di cristallo
e verdi nubi di porcellana
sorvegliano gelose affinchè nessuno oltraggi
i modesti e minuscoli quotidiani rituali in stile Liberty
di una curva candela che va spegnendosi…








DEL TUTTO
(22-02-2004)








Langsam Ruhevoll

Malinconia sconfinata
appare
frattura del tempo
e un momento
solo un momento
in cui scivola
a cui si immola
con placida consapevolezza
un libro viene aperto
lentamente
con abbandono.

Pioggia che sembra non esistere
come la profondità della Musica
e la sua lancinante
indefinita sensazione di Morte.

Il silenzio stride
vibra e di tramonto sonoro.

Un bacio…

non piangiamo…
ascoltiamo il Sole lontano…
perché il dolore abbia un senso.








Senza titolo 

Ancora qualche attimo
e stringiamoci, stringiamoci ancora
sempre di più
con colori caldi prima deol freddo sole
dopo qualche attimo
dopo qualche ritmo
ripetuto a simbolo di un inverno
e lo sguardo perso tra le parole morte nella bocca
una bocca amara,colma di lacrime
e di ulivi inteneriti dal vento
e respiri di fiori lacerati in un sorriso.

Il ritorno nel silenzio
una pace che riuscirò ad avere mai?

Un suono?
Uno solo?

Il piombo sul cielo saturo di mosche
e un paio di occhiali calpestati dal marmo.








Prospettive  

Muore soffocata
una frase apparsa all’orizzonte
e dorme una Felicità impossibile da comprendere.

Tanta merda “non-amici” miei
e una chitarra che ti risputa in faccia
le tue belle ma false parole.

E’ il momento dell’assolo:
Hammond.

Cade una stanchezza simile alla notte
affine alla Morte, 
e dorme una Morte impossibile da comprendere.

La polvere non ha il tempo di posarsi
E di arricchire una o più anime
Avvolte in coperte sporche
Unte di cucina e di belle parole.

Tante brutte parole, accostate per creare dissonanza
evidenziano qualcosa che non deve essere MAI
che non deve essere ripetuto MAI
non  deve essere 
MAI.

Troppo rarefatta quest’aria?

Basta adottare una cucina meno unta
più vera
una cucina da non dare a bere.

Si diffondono in questa stanza
urla e ricordi che hanno il peso
del ciotolo scagliato nello stagno
e niente è regolare.

Continuano gli scritti
ed i lasciti
senza rime né articolazioni
fratture, capogiri e contratture
che catturano minuti preziosi
li processano
e li schiacciano come insetti
ed i minuti diventano ore
e le ore giorni
e i giorni mesi
e i mesi anni
e gli anni…una vita
e una vita tante vite
e tante vite un mondo.

E’ la storia del ragno sulla tela?
O dell’insetto sulla tela?
Una questione di prospettive…








Decaffeinato   


Senza più parola alcuna
che l’ascolto di poche immagini
ed il paradosso che mantiene
qualunque cosa non risolta

un mondo inseguito
dalle scorbutiche urla tossite
di una femmina confezionata,
nessuna vita rimasta
solo qualche traccia nella busta delle interiora.

Gatti depilati e stranezze schizofreniche
o terapeutiche, non-amici miei?

Tu non parli la Tua stessa lingua
anziano figliolo dai neri bottoni
provocando il balbettìo del triangolo
e costringendo la ragione
ad essere considerata “strana” per terapia
per insegnare il “corretto” vivere:
uomo “corretto” balbettìo!

Uomo non è caffè…








Del Tutto 



Riflessione
leggera  e solitaria
gatto sulle ginocchia
sole lieve su edificio romantico
suoni del mattino
e alberi dai disturbi sordi
intenti a sopravvivere.

Nulla è più lontano dalla Morte
Nulla è più vicino alla Morte

una vita che sembra non appartenermi
che sento non appartenermi
una vita che sembra escludermi
una vita che è di altri
di altro da me
di altro a me.

Che posso fare?

Vivere ciò che sento appartenermi
con l’umiltà, o l’arroganza
dei miei suoni di cuore.

Ma non sto “Forse…Sogno”
non completamente.

Parlo con me stesso?

No, cerco il calore della parola,
di poche strade di campagna
ricordate con respiri leggeri
lievi di sole romantico.

Gli ultimi pochi frammenti lievi e leggeri
che mi appartenevano
solo ricordati ormai.

Mi hanno ucciso dentro?
Ho lasciato che lo facessero?

Ma
dov’era un sorriso?
Dov’era una carezza?
Dov’era una buona parola?  
Dov’era una seranza donata?
Dov’era almeno uno sconto di pena?
Dov’era la Verità?

Forse…ho sognato
una casa nera.

Ma 
dov’erano le certezze?

Su fogli di carta senza vita!

Bestemmio i Vostri Dèi psicologici
le Vostre storture che avevano fatto di me
un Maledetto dai Maledetti
e un Maledetto dai Benedetti!

Rifletto
ora
e i miei fogli di carta, 
anche passati,
sono Vita.

  Un gatto sulle ginocchia.

Il suono delle fusa
E il mio amato Chagall…

Una lacrima in volo.

Non sempre il silenzio piange…








DI ALTRO NULLA
(29-03-2004)








MERDA SECCA 1

I denti
che si consumano
su asfalto privo di senso

esplodono mattoni
anch’essi troppo legati al sole
non resistono geometrie
troppo strutturate
per essere autenticamente
presenti nell’Uomo.

Pochi passi
considerati grandi traguardi
sguardi di ottimismo
necessari più che reali
in ambienti privi di speranza.

Abbiate almeno il coraggio delle Vostre azioni:
riconoscete che non c’è niente che si possa fare!

Si può solo ingannare il tempo
In attesa della fine.

A volte,
l’uomo è la rivista del parrucchiere.








SENZA TITOLO  

Nasco
Con le parole che mi sono proprie
Frasi e richiami in calce
Proverbi in mattoni
E prigioni legate a toni e timbri di voce
In vcemento armato.

La Vita
è
sopportare
e leggere dal parrucchiere
smarrendo un pesantissimo capello
sull’asfalto
sognando i fiori
i prati
e gli alberi.

Occhiali non dipinti su verde
non accompragnano un silenzio raro
tipico dei cipressi
e dei rovi profumati di sangue.

La Pittura non sa suonare
La Musica non sa dipingere
ma entrambe  hanno occhi e orecchi
cavati e mozzati
e macchie rosse nella boscaglia.

Si alza la voce
cammina
ma poi crolla a terra,
sulla Terra,
uccisa per il tempo di u giorno
attimo di sole che piove
contorto nel cielo
in bagliori di nero totale



Nessun punto








ARCOBALENO SOLO

Le parole sfuggono
Le nuvole grigie

Convolvoli canuti
agitano una bottiglia
di vino invecchiato

la Poesia non ascolta una Vita
ma denti di frammenti di vetro
finestre sporche di nuvole grigie
e verde di scatole con canti d’uccelli.

Arcobaleno grigio
oggi
ma Arcobaleno.


Arcobaleno solo,
ma Arcobaleno.








ESTERNO

La prigionìa è immagine
Via Venti nell’aria di fumo di sigarette
gettate via o raccolte da mani sporche

Macchine stampate sulla pelle 
per anni inermi
sonno continuo con traffico di fondo
voce privata di ogni Musica
scordata
deformata con il volto
occhi sedati
mani che tremano
un gelato putrefatto in un angolo

fumo di sigaretta da pochi soldi
nessun silenzio
continuo traffico di fondo
nessun silenzio
mai.

Anziani edifici nella polvere
ai loro piedi   
le rughe sul selciato
devastazione della pelle
ascolto della barba che cresce
e dei denti maturi che cadono

un dolore di fondo
di poche parole
sempre uguali.

Non ha mai termine
neppure con la Morte.

Arriva un’ambulanza
e carta che vola 
un panino mutilato
dissociazione
panno nero
coperta d’opedale.

Traffico di fondo
Non ha mai termine.

Obitorio
Senza nemmeno i poveri stracci addosso
E lo sporco.

Non è più nessuno.


Nemmeno selciato.








DI ALTRO NULLA

Inebetito
irato contro l’intera città
e bulloni di pioggia
contro un’officina di tela blu.

Incubi corrotti
Assenzio
e le frenetiche ritrosie
del vetro che s’infrange.

Il culo  rotto
di una Gran Dama
caga un grosso stronzo in Tight
pluriaccessoriato,
mezzo metro di Avana
striscia sul pane di un derelitto
ferendolo in maniera maleodorante.

Sedazione del battito di un cuore?
Battito del cuore di un sedato
accartocciato
o usato per i disegni al telefono
e giunge il caffè
a dissodare
immensi campi di patate
popolati di pendenti
che periodicamente,
quasi come le nuvole,
spruzzano in faccia alla Gran Dama
copiosi getti di inchiostro tipografico.

Presentazione tipografica
di  mezzo metro di ipocrisia.

Inutile il Bene
Inutile il Male
quando esiste
carta per i disegni al telefono
e caffè. 








RUMORE DI FONDO 
(23-04-2004) 








QUADRO 
(Ven. 23-04-2004 h 10:21) 
 
Microscopico verde 
di un occhio 
disciolto nel silenzio 
e rumori di campagna 
 
molto sole 
attende l’albero 
permaloso con forchetta 
 
Chagall nella brocca dell’acqua. 
 
Statua della Giustizia 
Con spada di gomma 
 
Tulipani gialli 
si descrivono vicendevolmente 
con grazia 
nel blu 
 
grigio argentato 
ovetti di cioccolato 
 
in primo piano 
e anche sullo sfondo 
 
Amore. 
 
 
Grazie. 
 







UN GIOCO DELLE PERLE DI VETRO 
(21-05-2004 h 9:14) 

Nessuna musica di pianoforte 
Il grigio unto da carta cinese 
e il veleno del respiro sputato 
agli angoli della strada 
 
Esplode una radio 
senza punti né virgole 
squilla il telefono 
a commento delle scimmie ammaestrate 
che crepano 
 
Un gioco? 
 
Uomo sottovetro a MOLTO lunga conservazione… 
E’ MOLTA la letteratura che deve essere ancora venduta: 
disponibile anche con uomo sottovetro 
kit autoinstallante 
 
Un verme di troppo nella coscienza 
liberata, sgravata da ogni responsabilità 
un verme che nuota con altri vermi 
tra flutti sillabati in microfoni militari 
entusiasmo del bicchiere d’acqua frizzante 
miracoli urlati e “Giuste indignazioni”  
che rientrano nel quadro generale 
della sala d’attesa  
di uno studio medico 
 
E per l’ennesima volta: 
“Vuole la fattura?” 
 
Che belle le perline colorate! 
 
“Fuori va molto bene!” 
 
Urlò con sorrisi accattivanti 
un retrogusto arrogante 
e punti e virgole 
due punti, aperte virgolette 
e puntini puntini… 








Sab. 10-07-04 h 8:30 
 
Grazie 
per il sorriso delle rondini 
e per tenere piantine 
avvolte in carta di caramella 
durante un mattino piovoso di settembre. 
 
Si staccano dolcemente dagli alberi del tempo 
fogli di calendario 
ed ecco una foto di Chagall. 
 
Gatto carta di caramella, 
si accosta a Marc. 
e riposa con lui. 
 
Una lacrima lungo un sentiero di sabbia… 
 
Mille fiammelle nelle notti di maggio 
e canti lontani di contadini 
prati, fiori, convolvoli 
e una punta di rosso 
contenuti nella minuscola scatola di fiammiferi 
di Hermann Hesse. 
 
Un’altra lacrima lungo il profumo del caffè 
e buongiorno Amore mio. 
 







DAL CHIOSTRO 
(6-08-04 h 15:49) 
 
 
Ad Alessandro Quasimodo  
con amicizia 
 

 
 
Avrei voluto raccontarti 
di cemento e ferro 
gettati sul sorriso di un bambino 
e il mio mondo più semplice 
di parole 
suoni 
e piccoli ricordi. 
 
Un silenzio. E Buoni sentimenti. 
Un foglietto con il sorriso della Sicilia di tuo padre. 
 
Strappo delicatamente uno spiraglio prezioso 
e ascolto la penombra del sole… 
 
Grazie, 
per me Fratello di poesia 
 
 
 
 
 
“Altra vita mi tenne: solitaria 
fra gente ignota; poco pane in dono…”  
(S. Quasimodo) 
 







RUMORE DI FONDO 
(7-08-04 h 6:22) 
 
Il silenzio di formiche gialle 
Che trasportano inutili carte oleate? 
 
Sofferente 
continuo 
lavoro di Male 
che sussurra come polvere 
lenta, su false luci d’acqua sporca 
e ancora di marmo 
sempre di marmo 
di Bene affaticato 
mai bastante a sé stesso 
complesso come il disegno 
delle antiche formiche gialle 
sul percorso obbligato 
lungo un piccolo cadavere 
che rabbrividisce nell’incubo: 
Tutto, privato del suono 
senza più dita 
né canto 
solo un lieve sibilo grigio 
sofferente 
continuo 
privo di sonno 
e di pensiero per la memoria. 
 
Il Dolore! 
 
Respiro dopo il Dolore 
poi ancora il Dolore 
 meccanico 
fissità di un’unghia amputata 
 e il pianto solitario 
adesso, nel mattino. 
 
Piango! 
 
E sembra la Libertà 
ancora una volta! 
 
 
Il sussurro della polvere, ora, 
ma due note di pianoforte, 
da lontano 
sfiorano le piante sil balcone. 
 
Sorge ancora il Suono 
malgrado tutto… 







 

LA PIANTA LA 
(8-08-04 h 7:37) 
 
 
Bagliori di pioggia 
gatto bianco e nero 
cerca punto d’osservazione 
per sé stesso e il suo negativo. 
 
Briciole  
sotto ruote di antico vinile 
ostacolano l’eccesso di velocità. 
 
Il Di 
rompe ogni incantesimo 
come i chiodi di Leonardo da Vinci. 
 
Rimane ancora qualcosa da inventare? 
 
Siamo esseri umani. 
 
Troppo spesso invece 
è acqua con cucchiaino 
su bicchiere in vano verde. 
 
Invano? 
 
No. 
 
E’ Sempreverde. 
 
Chissà se Maggiore o Minore… 
 







RUMORE DI FONDO 
(22-08-04 h 0:06) 
 
Rumore, sempre rumore, 
troppo rumore 
ma mai troppo forte 
e terribile da respirare 
come il dolce sapore di un ricordo. 
 
Ricordi il suono 
della legna segata lentamente 
e spaccata con la curva accuratezza 
delle nodose mani di chi ha amato la terra? 
 
Ricordo le maledizioni 
al Cielo che lo ha reso storpio 
e la faticosa dolcezza 
dei passi lenti dallo sguardo buono. 
 
E piango ora… 
 
Legno, 
molto legno 
in questo edificio di sabbia, 
assemblato con il sole tetro d’Agosto 
ed il cemento 
che cade 
come la Morte che strappa il conto. 
 
 
Qualcuno è morto. 
 
Adesso. 
 
1:02 
 







OMAGGIO AD UNGARETTI 
(2-09-04 h 6:14) 
 
Precipitato il sorriso 
in abissi privi di sonno 
consumati dalla stanchezza 
e amare lacrime d’alloro 
acri di vetro antico. 
 
Si staccano brandelli di muro 
e resta lo sguardo 
sul vento dell’alba.   








SPERANZA 
(5-09-04 h 8:48) 
 
 
Soffoco 
il dolore 
che porto addosso 
intenerito 
dallo stanco conforto 
delle parole che abbandono. 
 
Resto nudo d’anima. 
 
Sta avvenendo un funerale di falsa gioia. 
 
Pochi frammenti 
e qualche risata 
che ringrazio.  








 (Nervi, 7-08-04 h 6:22) 
 
Vivo 
il silenzio alienato  
dalla plastica corrotta dal fuoco 
e le magiche risonanze 
del bambino di latta. 
 
I momenti di vento 
della costa decorata 
e Scriabin attende il treno 
a S. Ilario. 
 







DIARIO DI SICILIA 
(Messina, 23-09-04 h 23:59) 
 
Azzurro 
di aria e di acqua 
emozioni di gatto rosso 
il vento dello Stretto. 
 
 Nessuna poesia può essere scritta. 
Perché è Poesia. 
 
Vive il Mare 
nel silenzio 
del Pescatore. 
 
Profumi. 
 
Arabeschi d’acqua 
Lipari luce francese 
colore pianissimo  
 
Tindari sul mare e nel mare 
E la severità del pianto nel vento 
Mentre la sabbia strìde tra le dita. 
 
 (Messina, 29-09-04 h 8:29) 
 
E’ trascorso il Sole… 
 







SOUTH OF HEAVEN 
(Messina, 29-09-04 h 8:49) 
 
Una Musica 
affolla delicata 
il silenzio terribile 
del risveglio. 
 
Un sibilo nero 
pronto a colpire 
tra i rumori del mattino. 
 
Violenza dialettale 
impressa sui muri 
a volume troppo alto 
velocità cieca 
bestialità giocosa della Morte 
ma nessun dolore né gioia avvertiti. 
 
A Sud del Paradiso… 
 







NOCILIA GENON VA 
(Genova, 1-10-04 h 6:59) 
 
 
Commozione di cristallo blu cobalto 
e il triste desiderio di altre esistenze 
prive di pettine e di volto scarlatto 
A verde da nero 
Tra il manto delle segrete oasi 
Al silente orgoglio dei due di picche 
Felicità frementi dell’olio d’oliva sul pane 
Città che celano, da sempre, parole. 
 
Piombo. 
 
Il NO è di casa. 
 
Ritmi a tasselli… 
 







I cattivi tempi 
(sab. 9-04-05 h 8:41) 








Il Viaggiatore
(lun.29-11-04 h 1:08)

Il mio tempo scorre
con la sabbia nelle scarpe
e il vento sulle rocce

Il profumo della legna
tra la luce dei lampioni di Dicembre
e l'ombra della parola

Un ritmo nuovo
abbozzato su di un lembo di giornale
dimentico del sorriso del riposo
del riposo del sorriso


Nessuna fine








Gratitudine 
(dom. 19-12-04 h 8:49)

Ascolto nella notte
il sorriso dei tuoi occhi

Mi giunge anche
da lontano
un bimbo che suona fa diesis e do

Poche briciole sul tavolo
ricche della povertà del pellegrino

La gente lungo le luminarie
e vetrine che anticamente 
dovevano essere assediate dai poveri.

Vento di mare.

Il Silenzio della Gratitudine
nella mattina.








Non ritmo
(merc. 12-01-05 h 9:55)

il Buio accade sempre,
tra le onde ed il gatto sereno

il Sole
un'ape che sorge dalla sabbia
verso la tenda che osserva perenne
con l'ingenua curiosità dell'antico popolo.

Gracchia indigesto un avanzo di mela
quotidiano modesto sanguinamento
prima delle commissioni del mattino.

Non Ritmo.

La tenda...








Ricordo 
(merc. 12-01-05 h 0:15)

Poche umili luci
i mattoni

Vetro che si recide i polsi
con la crudeltà armonica del filo d'erba
affilato dal vento pomeridiano

Contadini si giocano a carte
le lacrime della passata fame
e il vino dipinge sul pavimento in cemento
un fiasco scagliato all'Inferno.








Non 
(merc. 12-01-05 h 0:36)

Non è di me
la Parola
che riesce nel suo cammino
ma il riposo a voce bassa e lenta
di un piccolo tavolo silenzioso
intagliato da un povero vecchio:
pochi chiodi per una croce
e un sasso ebraico.







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