- Guido Priano - LA SCATOLA BLU poesie 1997 - 2005
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Italia.
Sab. 11-09-99 h 21:55 Case dischiudono lentamente sguardi molteplici, mani agitano palpebre di legno. Una moto annuncia l'inizio di una notte d'esistenze in una pupilla spenta. Bambini deridono l'opportuno con l'innocenza di ciò che è vero, in attesa del sangue di una rosa marcita. Molte mani agitano pupille spente... “Marco! Passa!” Dom. 19-09-99 h 21:47 Lacrime di fango e pioggia che percuote lamiere arrugginite. Ma la tela del ragno è distrutta. Lun. 20-09-99 h 23:28 Ciò che non è percorre un raggio di sole nella nebbia. Ciò che è di me sverna nell'estate torrida di una notte invernale colando come il sudore pungente dello schiavo. Istantanea (Lun. 27-09-99 h 1:30) Chilometri e chilometri nel passato e presente. Uno zaino nella notte una camicia danza. La luce trema tra le fronde di un vicolo notturno. Una stanchezza del Mondo appare sulla strada mentre il sonno si allontana... Dom. 3-10-99 h 14:08 A volte, raggiunto il tutto il tutto rimane tra dita tremanti di gioia e disperazione. A volte, tranquillamente, gli unici poi sembrano le sole lacrime di un autunnale corteo funebre. Gli occhi appesantiti dal silenzio di una pace domenicale... Mart. 5-10-99 h 13:52 Ti prego, non dimenticare mai il soriso di luna del tuo sguardo. L'Amore è di te. Dom. 10-10-99 h 2:25 sul mio volto tracci dipinti d'Amore e le nuvole passano su di noi perdendosi nel sole di un tramonto. Merc. 13-10-99 h 24:10 Sul cuore muore nuovamente ciò che non sarà MAI. Nessun vento neanche il più vicino al respiro può guarire il metallo conficcato nelle carni. Una vite piange di stridore... Non bianco (Giov. 15-10-99 h 23:36) Dice e non sa il cadenzato respiro dell'inesistente, orribile presagio d'onnipotenza. E' stridore di freni sull'asfalto. Prima il nulla. Dopo il nulla... sporco di musica. Mart. 2-11-99 h 24:22 In quest'ora solitaria come la pioggia ascolto silente in me la tua luce e riesco a sorridere di quella stupida vita che ogni uomo impersona stancamente fino all'Omega. Il ritmo cambia verso la pace dell'alba. T.A. Giov. 4-11-99 h 23:02 E' sempre stato un continuo sbattere di porte. Il ricordo dipinge perenni tramonti gelide notti e ossessionanti litanie dal sinistro sapore di pazzia. Quadri sepolti. Mart. 28-12-99 h 24:43 Non percorro il dolore di una fiaba non odo lo stridore claudicante del Mondo e neppure avverto il mattino e i miei occhi feriti. Ven. 14-01-00 h 23:41 Ascolto il tuo volto in questa notte di vento aspettando il sonno tra le tue braccia. E' il gesto di armonie presenti e future. Ma gabbiani volano su di te e posso solo dirti il mio Amore. Attendi per te stessa. Te ne prego. Dom. 30-01-00 h 11:04 Il cane cammina solo. Armature di cani triangolari e un foro nascosto, molto nascosto, per vomitare. Dom. 30-01-00 h 23:06 Ascolto finalmente musica nelle notti tranquille di sguardi d'Amore. Provo ora la vita e piango del mio silenzio incapace. Prostrato ai tuoi piedi ti amo così: calice stillato nella luce di un sorriso. Alla Morte (Giov. 10-02-00 h 9:51) Hai visitato molte volte i natali delle luci e il destino del sonno custodendo sogni e ricordi nel legno e nello zinco ascoltato parole prive di suoni e poveri respiri sfiniti dipinto passioni di volti reclinati e scavati e rigati di sangue, privi di sguardo privi di presente, e apparente futuro. I momenti ultimi sono il passato pianto verso il futuro. Ossessioni d'immagini. I momenti ultimi sono il cammino nato e cresciuto da loro. Amori d'ombre di alberi nella notte non avranno termine Mai ma il calore del mattino esiste ancora nel profumo del silenzio Alfa FOGLI SPARSI (Giov. 30-09-99 h 20:00) Rosso (Giov. 30-09-99 h 20:00) Leggi e guarda con corpo ed anima perchè la Terra è realtà e idea. La tua forza è sangue che scorre è rosso simbolo del tuo respiro. Uno specchio rosso uno specchio nero. Osserva il trascorrere delle sabbie notturne un cupo vento volge al nulla. La tua vita è rosso simbolo e sangue che scorre nella tua mente. Capodanno '98 merc. 31-12-97//giov. 1-01-94 h 24:24 La mente è ricordo in fiore il fiore è il ricordo di molte tombe indimenticate. Il profumo è morte che penetra nella ormai fredda anima. Non sarai mai più. Giov. 1-01-98 h 23:30 L'Arte intende perennemente mantenere vivo l'interrogativo. L'Arte è positiva anormalità. Ringraziamento (Sab. 3-01-98 h 2:09) Sguardo del vento e un petalo in una mano tremante. Un piccolo mare accompagna il mio ringraziamento. La notte sorride. Lun. 5-01-98 h 1:43 Osservo un grande mare e vedo solo oscurità muoversi fuori di me. Nel mio corpo abitano molte vite, troppe vite. Non posso proseguire verso le latitudini della torrida sete. La mia anima vive di solitudine. Sola come un piccolo orologio che attende il termine del giorno per poter osservare il tempo verso il mare aperto... Sab. 23-05-98 h 9:21 (in un bar vicino all'Ospedale di S. Martino) Attese di vita o di morte. Una sola parola vale. Una filosofia (sab. 14-12-96 h 2:12) Fazzoletti di carta adorano il soffio del Mondo. Ma la candela no. Per entrambi la morte. IL CASTELLO DI CARTE (Dom. 19-05-02 h 15:05) La regina parla Consentitemi il silenzio Di associazioni libere di schiavitù Come riquadri di carte da gioco Re di cuori, Regina di picche. Forme geometriche regolari un occhio di sole un occhio di pioggia edifici d’antica ardesia mani su piume dai canti d’ebano. Suscito un fumo lento che inonda lentamente il marmo e l’edera su volti privi di sguardo infelici, inconsapevoli e miserrimi! Compassione e zucchero e danze macabre di porcellana scorrono nei canali fluviali da dove proviene la Vita. Un pozzo, un teatro, una carne si consumano nei secoli del bianco lattiginoso arato e seminato nel sangue. Il Fante mormora Non desidero essere troppo ascoltato possiedo il pudore della verità, possiedo l’arroganza umile dello sguardo. La pazzia giunge con il vento di Francesco I cinquecento farfalle di piombo opprimono croci scarlatte un sentiero ameno nella pace. Nessun ritmo regolare nessun ritmo nessun canto nessun silenzio una, due, tre tre, due, una due, una, tre chiare immagini di sempre affreschi di non chiarezza un eremita ascolta la pioggia con occhio di sole… Il canto del Due Adoro intonare, quando è stagione, i canti della Terra nutrendomi delle arance del fuoco del ciocco di faggio e del grido dei gabbiani. Incido con il mio temperino guanti di merletto che donerò alla mia Signora di Primavera dalle pallide mani insieme a ciclamini, mughetto e lavanda provenzale. Mi commuovo del pellegrino orientale ascoltando i racconti di viaggio dei suoi sandali graffiati dalla ghiaia scrosciante. La sabbia marina decora un raro fiore notturno… Re Altero e complesso il mio vivere dagli albori delle cronache dalle firme su registri dorati appesantiti dalle stesse polveri che avvelenano il mio banchetto di ogni giorno e dai pessimi compiti di greco della mia gioventù. Privato di ogni ricordo come il libro dove erano racchiusi delicati fiori essiccati incapace di ogni futuro come il più umile dei miei sguatteri ho conservato un diario marmoreo sul quale, giorno dopo giorno, scrivo: “Oggi nulla è accaduto”. Questo, il mio futuro mausoleo… Quattro Fiori neri serpeggiano sul muschio accanto a vegliarde bottiglie di cognac. Sono pagani anfiteatri Indù gialli iridescenti gatti accanto al fuoco attendono le luminescenze del cuoio scorgendo i destini sulle imperfezioni delle loro quattro pareti e leggendo libri mai scritti. Sei In Maggio ascolto lo sbattere d’ali delle lenzuola stese al sole e scavo nella mia mente cercando la voce delle emozioni ostinato come il pallido capo del vecchio, o del bimbo. Le mie note sono smeraldi di mare custoditi in fragili scrigni di cristallo e verdi nubi di porcellana sorvegliano gelose affinchè nessuno oltraggi i modesti e minuscoli quotidiani rituali in stile Liberty di una curva candela che va spegnendosi… DEL TUTTO (22-02-2004) Langsam Ruhevoll Malinconia sconfinata appare frattura del tempo e un momento solo un momento in cui scivola a cui si immola con placida consapevolezza un libro viene aperto lentamente con abbandono. Pioggia che sembra non esistere come la profondità della Musica e la sua lancinante indefinita sensazione di Morte. Il silenzio stride vibra e di tramonto sonoro. Un bacio… non piangiamo… ascoltiamo il Sole lontano… perché il dolore abbia un senso. Senza titolo Ancora qualche attimo e stringiamoci, stringiamoci ancora sempre di più con colori caldi prima deol freddo sole dopo qualche attimo dopo qualche ritmo ripetuto a simbolo di un inverno e lo sguardo perso tra le parole morte nella bocca una bocca amara,colma di lacrime e di ulivi inteneriti dal vento e respiri di fiori lacerati in un sorriso. Il ritorno nel silenzio una pace che riuscirò ad avere mai? Un suono? Uno solo? Il piombo sul cielo saturo di mosche e un paio di occhiali calpestati dal marmo. Prospettive Muore soffocata una frase apparsa all’orizzonte e dorme una Felicità impossibile da comprendere. Tanta merda “non-amici” miei e una chitarra che ti risputa in faccia le tue belle ma false parole. E’ il momento dell’assolo: Hammond. Cade una stanchezza simile alla notte affine alla Morte, e dorme una Morte impossibile da comprendere. La polvere non ha il tempo di posarsi E di arricchire una o più anime Avvolte in coperte sporche Unte di cucina e di belle parole. Tante brutte parole, accostate per creare dissonanza evidenziano qualcosa che non deve essere MAI che non deve essere ripetuto MAI non deve essere MAI. Troppo rarefatta quest’aria? Basta adottare una cucina meno unta più vera una cucina da non dare a bere. Si diffondono in questa stanza urla e ricordi che hanno il peso del ciotolo scagliato nello stagno e niente è regolare. Continuano gli scritti ed i lasciti senza rime né articolazioni fratture, capogiri e contratture che catturano minuti preziosi li processano e li schiacciano come insetti ed i minuti diventano ore e le ore giorni e i giorni mesi e i mesi anni e gli anni…una vita e una vita tante vite e tante vite un mondo. E’ la storia del ragno sulla tela? O dell’insetto sulla tela? Una questione di prospettive… Decaffeinato Senza più parola alcuna che l’ascolto di poche immagini ed il paradosso che mantiene qualunque cosa non risolta un mondo inseguito dalle scorbutiche urla tossite di una femmina confezionata, nessuna vita rimasta solo qualche traccia nella busta delle interiora. Gatti depilati e stranezze schizofreniche o terapeutiche, non-amici miei? Tu non parli la Tua stessa lingua anziano figliolo dai neri bottoni provocando il balbettìo del triangolo e costringendo la ragione ad essere considerata “strana” per terapia per insegnare il “corretto” vivere: uomo “corretto” balbettìo! Uomo non è caffè… Del Tutto Riflessione leggera e solitaria gatto sulle ginocchia sole lieve su edificio romantico suoni del mattino e alberi dai disturbi sordi intenti a sopravvivere. Nulla è più lontano dalla Morte Nulla è più vicino alla Morte una vita che sembra non appartenermi che sento non appartenermi una vita che sembra escludermi una vita che è di altri di altro da me di altro a me. Che posso fare? Vivere ciò che sento appartenermi con l’umiltà, o l’arroganza dei miei suoni di cuore. Ma non sto “Forse…Sogno” non completamente. Parlo con me stesso? No, cerco il calore della parola, di poche strade di campagna ricordate con respiri leggeri lievi di sole romantico. Gli ultimi pochi frammenti lievi e leggeri che mi appartenevano solo ricordati ormai. Mi hanno ucciso dentro? Ho lasciato che lo facessero? Ma dov’era un sorriso? Dov’era una carezza? Dov’era una buona parola? Dov’era una seranza donata? Dov’era almeno uno sconto di pena? Dov’era la Verità? Forse…ho sognato una casa nera. Ma dov’erano le certezze? Su fogli di carta senza vita! Bestemmio i Vostri Dèi psicologici le Vostre storture che avevano fatto di me un Maledetto dai Maledetti e un Maledetto dai Benedetti! Rifletto ora e i miei fogli di carta, anche passati, sono Vita. Un gatto sulle ginocchia. Il suono delle fusa E il mio amato Chagall… Una lacrima in volo. Non sempre il silenzio piange… DI ALTRO NULLA (29-03-2004) MERDA SECCA 1 I denti che si consumano su asfalto privo di senso esplodono mattoni anch’essi troppo legati al sole non resistono geometrie troppo strutturate per essere autenticamente presenti nell’Uomo. Pochi passi considerati grandi traguardi sguardi di ottimismo necessari più che reali in ambienti privi di speranza. Abbiate almeno il coraggio delle Vostre azioni: riconoscete che non c’è niente che si possa fare! Si può solo ingannare il tempo In attesa della fine. A volte, l’uomo è la rivista del parrucchiere. SENZA TITOLO Nasco Con le parole che mi sono proprie Frasi e richiami in calce Proverbi in mattoni E prigioni legate a toni e timbri di voce In vcemento armato. La Vita è sopportare e leggere dal parrucchiere smarrendo un pesantissimo capello sull’asfalto sognando i fiori i prati e gli alberi. Occhiali non dipinti su verde non accompragnano un silenzio raro tipico dei cipressi e dei rovi profumati di sangue. La Pittura non sa suonare La Musica non sa dipingere ma entrambe hanno occhi e orecchi cavati e mozzati e macchie rosse nella boscaglia. Si alza la voce cammina ma poi crolla a terra, sulla Terra, uccisa per il tempo di u giorno attimo di sole che piove contorto nel cielo in bagliori di nero totale Nessun punto ARCOBALENO SOLO Le parole sfuggono Le nuvole grigie Convolvoli canuti agitano una bottiglia di vino invecchiato la Poesia non ascolta una Vita ma denti di frammenti di vetro finestre sporche di nuvole grigie e verde di scatole con canti d’uccelli. Arcobaleno grigio oggi ma Arcobaleno. Arcobaleno solo, ma Arcobaleno. ESTERNO La prigionìa è immagine Via Venti nell’aria di fumo di sigarette gettate via o raccolte da mani sporche Macchine stampate sulla pelle per anni inermi sonno continuo con traffico di fondo voce privata di ogni Musica scordata deformata con il volto occhi sedati mani che tremano un gelato putrefatto in un angolo fumo di sigaretta da pochi soldi nessun silenzio continuo traffico di fondo nessun silenzio mai. Anziani edifici nella polvere ai loro piedi le rughe sul selciato devastazione della pelle ascolto della barba che cresce e dei denti maturi che cadono un dolore di fondo di poche parole sempre uguali. Non ha mai termine neppure con la Morte. Arriva un’ambulanza e carta che vola un panino mutilato dissociazione panno nero coperta d’opedale. Traffico di fondo Non ha mai termine. Obitorio Senza nemmeno i poveri stracci addosso E lo sporco. Non è più nessuno. Nemmeno selciato. DI ALTRO NULLA Inebetito irato contro l’intera città e bulloni di pioggia contro un’officina di tela blu. Incubi corrotti Assenzio e le frenetiche ritrosie del vetro che s’infrange. Il culo rotto di una Gran Dama caga un grosso stronzo in Tight pluriaccessoriato, mezzo metro di Avana striscia sul pane di un derelitto ferendolo in maniera maleodorante. Sedazione del battito di un cuore? Battito del cuore di un sedato accartocciato o usato per i disegni al telefono e giunge il caffè a dissodare immensi campi di patate popolati di pendenti che periodicamente, quasi come le nuvole, spruzzano in faccia alla Gran Dama copiosi getti di inchiostro tipografico. Presentazione tipografica di mezzo metro di ipocrisia. Inutile il Bene Inutile il Male quando esiste carta per i disegni al telefono e caffè. RUMORE DI FONDO (23-04-2004) QUADRO (Ven. 23-04-2004 h 10:21) Microscopico verde di un occhio disciolto nel silenzio e rumori di campagna molto sole attende l’albero permaloso con forchetta Chagall nella brocca dell’acqua. Statua della Giustizia Con spada di gomma Tulipani gialli si descrivono vicendevolmente con grazia nel blu grigio argentato ovetti di cioccolato in primo piano e anche sullo sfondo Amore. Grazie. UN GIOCO DELLE PERLE DI VETRO (21-05-2004 h 9:14) Nessuna musica di pianoforte Il grigio unto da carta cinese e il veleno del respiro sputato agli angoli della strada Esplode una radio senza punti né virgole squilla il telefono a commento delle scimmie ammaestrate che crepano Un gioco? Uomo sottovetro a MOLTO lunga conservazione… E’ MOLTA la letteratura che deve essere ancora venduta: disponibile anche con uomo sottovetro kit autoinstallante Un verme di troppo nella coscienza liberata, sgravata da ogni responsabilità un verme che nuota con altri vermi tra flutti sillabati in microfoni militari entusiasmo del bicchiere d’acqua frizzante miracoli urlati e “Giuste indignazioni” che rientrano nel quadro generale della sala d’attesa di uno studio medico E per l’ennesima volta: “Vuole la fattura?” Che belle le perline colorate! “Fuori va molto bene!” Urlò con sorrisi accattivanti un retrogusto arrogante e punti e virgole due punti, aperte virgolette e puntini puntini… Sab. 10-07-04 h 8:30 Grazie per il sorriso delle rondini e per tenere piantine avvolte in carta di caramella durante un mattino piovoso di settembre. Si staccano dolcemente dagli alberi del tempo fogli di calendario ed ecco una foto di Chagall. Gatto carta di caramella, si accosta a Marc. e riposa con lui. Una lacrima lungo un sentiero di sabbia… Mille fiammelle nelle notti di maggio e canti lontani di contadini prati, fiori, convolvoli e una punta di rosso contenuti nella minuscola scatola di fiammiferi di Hermann Hesse. Un’altra lacrima lungo il profumo del caffè e buongiorno Amore mio. DAL CHIOSTRO (6-08-04 h 15:49) Ad Alessandro Quasimodo con amicizia Avrei voluto raccontarti di cemento e ferro gettati sul sorriso di un bambino e il mio mondo più semplice di parole suoni e piccoli ricordi. Un silenzio. E Buoni sentimenti. Un foglietto con il sorriso della Sicilia di tuo padre. Strappo delicatamente uno spiraglio prezioso e ascolto la penombra del sole… Grazie, per me Fratello di poesia “Altra vita mi tenne: solitaria fra gente ignota; poco pane in dono…” (S. Quasimodo) RUMORE DI FONDO (7-08-04 h 6:22) Il silenzio di formiche gialle Che trasportano inutili carte oleate? Sofferente continuo lavoro di Male che sussurra come polvere lenta, su false luci d’acqua sporca e ancora di marmo sempre di marmo di Bene affaticato mai bastante a sé stesso complesso come il disegno delle antiche formiche gialle sul percorso obbligato lungo un piccolo cadavere che rabbrividisce nell’incubo: Tutto, privato del suono senza più dita né canto solo un lieve sibilo grigio sofferente continuo privo di sonno e di pensiero per la memoria. Il Dolore! Respiro dopo il Dolore poi ancora il Dolore meccanico fissità di un’unghia amputata e il pianto solitario adesso, nel mattino. Piango! E sembra la Libertà ancora una volta! Il sussurro della polvere, ora, ma due note di pianoforte, da lontano sfiorano le piante sil balcone. Sorge ancora il Suono malgrado tutto… LA PIANTA LA (8-08-04 h 7:37) Bagliori di pioggia gatto bianco e nero cerca punto d’osservazione per sé stesso e il suo negativo. Briciole sotto ruote di antico vinile ostacolano l’eccesso di velocità. Il Di rompe ogni incantesimo come i chiodi di Leonardo da Vinci. Rimane ancora qualcosa da inventare? Siamo esseri umani. Troppo spesso invece è acqua con cucchiaino su bicchiere in vano verde. Invano? No. E’ Sempreverde. Chissà se Maggiore o Minore… RUMORE DI FONDO (22-08-04 h 0:06) Rumore, sempre rumore, troppo rumore ma mai troppo forte e terribile da respirare come il dolce sapore di un ricordo. Ricordi il suono della legna segata lentamente e spaccata con la curva accuratezza delle nodose mani di chi ha amato la terra? Ricordo le maledizioni al Cielo che lo ha reso storpio e la faticosa dolcezza dei passi lenti dallo sguardo buono. E piango ora… Legno, molto legno in questo edificio di sabbia, assemblato con il sole tetro d’Agosto ed il cemento che cade come la Morte che strappa il conto. Qualcuno è morto. Adesso. 1:02 OMAGGIO AD UNGARETTI (2-09-04 h 6:14) Precipitato il sorriso in abissi privi di sonno consumati dalla stanchezza e amare lacrime d’alloro acri di vetro antico. Si staccano brandelli di muro e resta lo sguardo sul vento dell’alba. SPERANZA (5-09-04 h 8:48) Soffoco il dolore che porto addosso intenerito dallo stanco conforto delle parole che abbandono. Resto nudo d’anima. Sta avvenendo un funerale di falsa gioia. Pochi frammenti e qualche risata che ringrazio. (Nervi, 7-08-04 h 6:22) Vivo il silenzio alienato dalla plastica corrotta dal fuoco e le magiche risonanze del bambino di latta. I momenti di vento della costa decorata e Scriabin attende il treno a S. Ilario. DIARIO DI SICILIA (Messina, 23-09-04 h 23:59) Azzurro di aria e di acqua emozioni di gatto rosso il vento dello Stretto. Nessuna poesia può essere scritta. Perché è Poesia. Vive il Mare nel silenzio del Pescatore. Profumi. Arabeschi d’acqua Lipari luce francese colore pianissimo Tindari sul mare e nel mare E la severità del pianto nel vento Mentre la sabbia strìde tra le dita. (Messina, 29-09-04 h 8:29) E’ trascorso il Sole… SOUTH OF HEAVEN (Messina, 29-09-04 h 8:49) Una Musica affolla delicata il silenzio terribile del risveglio. Un sibilo nero pronto a colpire tra i rumori del mattino. Violenza dialettale impressa sui muri a volume troppo alto velocità cieca bestialità giocosa della Morte ma nessun dolore né gioia avvertiti. A Sud del Paradiso… NOCILIA GENON VA (Genova, 1-10-04 h 6:59) Commozione di cristallo blu cobalto e il triste desiderio di altre esistenze prive di pettine e di volto scarlatto A verde da nero Tra il manto delle segrete oasi Al silente orgoglio dei due di picche Felicità frementi dell’olio d’oliva sul pane Città che celano, da sempre, parole. Piombo. Il NO è di casa. Ritmi a tasselli… I cattivi tempi (sab. 9-04-05 h 8:41) Il Viaggiatore (lun.29-11-04 h 1:08) Il mio tempo scorre con la sabbia nelle scarpe e il vento sulle rocce Il profumo della legna tra la luce dei lampioni di Dicembre e l'ombra della parola Un ritmo nuovo abbozzato su di un lembo di giornale dimentico del sorriso del riposo del riposo del sorriso Nessuna fine Gratitudine (dom. 19-12-04 h 8:49) Ascolto nella notte il sorriso dei tuoi occhi Mi giunge anche da lontano un bimbo che suona fa diesis e do Poche briciole sul tavolo ricche della povertà del pellegrino La gente lungo le luminarie e vetrine che anticamente dovevano essere assediate dai poveri. Vento di mare. Il Silenzio della Gratitudine nella mattina. Non ritmo (merc. 12-01-05 h 9:55) il Buio accade sempre, tra le onde ed il gatto sereno il Sole un'ape che sorge dalla sabbia verso la tenda che osserva perenne con l'ingenua curiosità dell'antico popolo. Gracchia indigesto un avanzo di mela quotidiano modesto sanguinamento prima delle commissioni del mattino. Non Ritmo. La tenda... Ricordo (merc. 12-01-05 h 0:15) Poche umili luci i mattoni Vetro che si recide i polsi con la crudeltà armonica del filo d'erba affilato dal vento pomeridiano Contadini si giocano a carte le lacrime della passata fame e il vino dipinge sul pavimento in cemento un fiasco scagliato all'Inferno. Non (merc. 12-01-05 h 0:36) Non è di me la Parola che riesce nel suo cammino ma il riposo a voce bassa e lenta di un piccolo tavolo silenzioso intagliato da un povero vecchio: pochi chiodi per una croce e un sasso ebraico.
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